Giorgio Trentin

CRITICA

Giorgio Trentin è da molti anni ormai presente nella tradizione pittorica contemporanea. La sua attività di pittore, la sua evoluzione, la si percepisce da quando ha iniziato a frequentare i consigli del maestro Gianni Chiminazzo, ispirandosi ai pittori dell’ottocento da dove trae ispirazione sia nella paesaggistica che nell’interpretazione di nature morte, ottenendo nel tempo lusinghieri giudizi da parte del pubblico e della critica.
Le sue opere sono prevalentemente improntate al paesaggio e alla natura morta, ispirandosi alla pittura dei macchiaioli, con paesaggi invernali, campagne che si proiettano nell’infinito, scorci lacustri. Sono prevalentemente giochi di luce e ombre dove il colore fa da padrone con ampie stesure cromatiche, in cui l’autore esprime se stesso, la sua sensibilità ed il suo carattere. La sua pittura è fatta con una pennellata sicura, istintiva, spontanea, nell’intenzione di trasmettere all’osservatore un sentimento di pace, serenità, di libertà.
La sua arte suggestiva si muove in un’atmosfera lussureggiante, a volte quasi metafisica, dove il “silenzio e l’attesa” è presente, lo si nota, dove tutto è coordinato da una sapiente pennellata raffinata carica di poesia, una poesia di colore in cui la natura fa da padrona. Numerosi sono i premi ai concorsi che ha partecipato, numerose sono le mostre fatte in diverse città del comprensorio vicentino.

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